Come sono arrivata a diventare volontario sarebbe troppo lungo da spiegare, solo una cosa voglio dire: sono diventata volontaria per amore, Dio ha guidato i miei passi ed eccomi qua a raccontare come mai mi trovo a far parte di questa organizzazione dal nome Steadfast Onlus.
Steadfast è nata nei primi mesi dell’anno 2013 su iniziativa del Presidente Emmanuele di Leo ed è un’associazione che favorisce e preserva la cultura e la crescita dei Paesi che versano in una continua difficoltà economica ed, il fine principale, è quello proprio di studiare e promuovere lo sviluppo sostenibile della loro cultura e la crescita dell’economia locale.
Ed ecco la storia.
Un giorno, un amico mi invitò, a partecipare ad una cena da condividere con altre persone mediante la preparazione di pietanze a piacere. Quella sera il gruppo era considerevole e ognuno aveva sfoderato la propria arte culinaria, ma non ci accomunava solo quella, in noi tutti era vivo il desiderio di poter mettere a disposizione il proprio tempo libero a favore di coloro che non avevano tutto quello che avevamo noi. Fu in quella occasione che conoscemmo il Presidente della Steadfast Onlus Emmanuele di Leo.
Dopo le presentazioni e la degustazione della cena il Presidente iniziò a parlare e ci fece scoprire un mondo che noi pensavamo lontano ma che invece è solo ad un passo da noi, se lo vogliamo.
Dopo aver parlato dei Paesi africani in cui egli operava (Nigeria e Togo), ci confidò di essersi reso conto che anche in Italia la situazione non era fiorente e ci espose un progetto denominato Italaid. Buona parte dei presenti aderì ed entrò a far parte di quel progetto. Il gruppo costituito diede inizio ai lavori proponendo e preparando inizialmente colazioni solidali per gli indigenti stanziali di Lido dei Pini.
Una serie di vicende personali dolorose fece nascere nel cuore del Presidente l’idea di lenire le sofferenze altrui con il volontariato presso strutture di ricovero per anziani. Al progetto diede il nome di SoniAid, in memoria della propria madre, tornata al Padre da pochissimo tempo.
La prima struttura nella quale si sarebbe dovuto operare fu il San Michele Hospital ubicato in Aprilia alle porte di Roma, ma prima di iniziare ad avere contatti con gli ospiti ivi collocati, fummo invitati a partecipare ad alcuni corsi di preparazione al volontariato propri per l’assistenza agli anziani.
I corsi furono esaustivi ed eravamo pronti per entrare in quel mondo. L’apprendimento, di regole generali e particolari a cui devono attenersi sia il volontario che la struttura ospitante, consentirono una visione approfondita e particolareggiata delle situazioni cui si poteva andare incontro, le verifiche sarebbero avvenute poi sul campo.
Ed eccolo il campo: avevamo di fronte anziani con malattie complesse o/e con più patologie, persone che si sentivano sole e che la loro unica preoccupazione erano diventate: colazione, pranzo e cena. Abbiamo iniziato a distribuirci in mezzo a loro e ad agire con tutto l’amore che potevamo offrire. Oggi lo facciamo ancora ed ancora lo faremo domani.
Svolgendo la professione di volontario si apre tutto un mondo che, secondo chi la svolge, è la medesima che vedeva Madre Teresa di Calcutta quando si occupava dei suoi poveri. Ma si può essere poveri in tanti modi, non solo con l’indigenza! Se non hai qualcuno che lo comprenda e ti aiuti, la solitudine interiore può diventare una delle povertà più terribili e devastanti che possano esistere al mondo, ti puoi trovare tra tanta gente ed essere comunque solo, solo con te stesso e le tue paure. E quando senti gridare.”Aiuto ….!!, Aiutatemi …..!!!” ti rendi conto in quale situazione si trovi quella persona e cerchi di attirare la sua attenzione, di parlarle in maniera suadente e pacata, di consolarla in qualche modo. E’ una buona tattica che porta a buoni risultati, anche se temporanei.
All’inizio ho parlato di amore ed è con l’amore che siamo entrati in relazione con quei cari vecchietti, parlando loro con dolcezza, facendo loro carezze e assecondandoli per quel che è possibile ed è consentito fare. Non è stato difficile entrare in sintonia con loro poiché il bisogno di amore da parte loro veniva compensato con la disponibilità ad offrirlo da parte nostra.
Dobbiamo ringraziarli perché, ogni volta che entriamo in contatto con essi, noi cresciamo in consapevolezza e nell’apprendimento di come dobbiamo interagire, anche perché ogni individuo è diverso dall’altro e quindi, prima di approcciarci con uno degli ospiti, soprattutto la prima volta, dobbiamo porci all’ascolto, valutare e, dalle prime parole scambiate, individuare il comportamento da mantenere, tenendo conto anche delle patologie sofferte.
Considerati i risultati che si stanno ottenendo, il progetto SoniAid è stato portato anche a Terni dove si svilupperà in strutture di ricovero differenti da quella del San Michele Hospital, a Caserta dove è ancora in embrione.
Lascio qui, in quest’occasione, la mia testimonianza, per farci conoscere e per proporre, con il nostro entusiasmo, ad altre persone, tante persone, a seguirci in questa bellissima avventura che ha migliorato il nostro modo di essere e che ci fa vedere un futuro migliore da vivere per noi e per gli altri.
Per chi vorrà aderire potrà contattarci tramite e-mail a: info@steadfastfoundation.org e potrà visitare il nostro sito: www.steadfastonlus.org, con uno smile potrete trovarci anche su Facebook www.facebook.com/steadfast.onlus . Per le persone a cui può interessare, sono in programmazione, presso il San Michele Hospital, corsi di preparazione al volontariato per i nuovi aspiranti volontari.
Per chi vorrà effettuare una donazione per sostenerci in questa impresa, potrà tramite il nostro sito, trovare tutte le indicazioni alla Sezione “Sostienici”.
Nella Steadfast si svolgono, poi, anche tante, tante altre attività che possono interessare.
di: Lucia Galiero
Pubblicato anche su: “La Nuova Bussola Quotidiana” e “Agenzia Zenit”
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