È di qualche giorno fa la notizia, annunciata sui social, che Tiziano Ferro e il marito Victor sono diventati genitori. Scrive il cantante su Instagram: «Due telefonate mi hanno reso l’uomo più felice del mondo. La prima qualche mese fa: una bimba. La seconda poche settimane dopo: questa volta un bimbo”. “Sono diventato papà, e voglio presentarvi queste due meraviglie di 9 e 4 mesi, Margherita e Andres, la vostra vita è appena iniziata. Ma anche la nostra. Per me e Victor l’esperienza da genitori rappresenta il più alto degli onori, il più impegnativo degli oneri. Che affronteremo con amore, attenzione, tenerezza e dedizione».
Dopodiché invitano i fans a rispettare la loro riservatezza, «È un diritto insindacabile» che scelgano loro (i bambini) se e quando condividere il racconto della loro vita.
Che sia un caso di utero in affitto non lo sappiamo con certezza. Se lo fosse, ricordiamo a Tiziano Ferro cosa dice la legge italiana nel merito (Legge 40/2004 art. 12 comma 6):
«Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro».
Alla legge italiana si affianca la risoluzione del 17 dicembre 2015 del Parlamento Europeo: La maternità surrogata “compromette la dignità della donna, dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce” e la sentenza n. 272/ 2017, confermata dalla n. 33/2021, della Corte Costituzionale: “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”.
Inoltre, essa è gravemente lesiva del “superiore interesse del minore” come specificato dagli art. 7, 8, 9 (comma 1 e 3) e art. 12 della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo (New York, 20/11/1989, ratificata dall’Italia con la legge n. 176/1991).
Se fosse un caso di utero in affitto, sarebbe quantomeno surreale parlare di «diritto insindacabile» alla riservatezza, quando i due bambini sono stati privati arbitrariamente del diritto fondamentale di stare con la loro mamma biologica, che li ha portati in grembo per nove mesi e probabilmente diversa da quella genetica, che ha donato il suo ovulo. Un orrore nell’orrore, un mercato nel mercato!
Ribadiamo inoltre come Steadfast la nostra contrarietà anche all’adozione omosessuale, se di questo si stesse parlando. Il giudizio su eventuali provvedimenti giuridici atti all’adozione omosessuale deve essere corrispondente al primario interesse del minore e a ciò che garantisce il suo miglior sviluppo psicofisico. Come anche affermato da fonti autorevoli tra cui la Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO), l’Associazione Nazionale Sociologi, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale e l’Osservatorio sui diritti dei minori.
Un conto è parlare del riconoscimento di alcuni diritti giuridici degli omosessuali, un conto è sostenere il diritto ad avere figli. Non esiste un diritto al figlio perché i diritti si hanno sulle cose e non sulle persone. È quindi diritto del bambino, in caso di assenza o abbandono dei propri genitori, avere restituito ciò che gli era stato concesso per natura: una madre e un padre.
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