GPA=SFRUTTAMENTO

 Cosa si nasconde dietro la pratica dell’utero in affitto? La risposta è sfruttamento.

Dietro le immagini dei genitori 1 e 2 felici e contenti con il “loro” bambino ci sono centinaia di donne, quasi sempre povere, utilizzate come incubatrici viventi, spesso costrette a portare a termine gravidanze in continuazione, quasi fossero delle fattrici di allevamenti intensivi.

Tra il 2008 e il 2014 sono state scoperte dalla polizia nigeriana, in quel Paese, più di 20 Fabbriche di bambini (Mediterranean Journal of Social Sciences 6(1):75-81 • Gennaio 2015).
La maggior parte delle donne presenti nelle strutture erano lì sotto coercizione per alimentare il traffico della vendita di figli.
La pratica della maternità surrogata appare nient’altro che l’evoluzione di una pratica collaudata già da decenni in Nigeria, dove il traffico di donne (per riproduzione e induzione alla prostituzione) garantisce ricchezza a migliaia di persone.
Anche prima che l’utero in affitto diventasse “di moda” e accettato come pratica legale, ci sono tracce di azioni abominevoli, con giovani donne stuprate i cui figli venivano venduti illegalmente a coppie ricche, spesso occidentali, che non potevano avere figli o non riuscivano ad adottarne per varie ragioni.

In occidente la situazione non sembra molto diversa.
Spesso le madri surrogate, coloro che materialmente ospitano l’embrione, sono infatti di umile estrazione o extracomunitarie.
È possibile che l’essere umano possa diventare un mero prodotto di una catena di distribuzione per appagare i desideri di alcuni?


 What is hidden behind the practice of surrogacy? The answer is exploitation.
Behind the images of parents 1 and 2, happy and satisfied with “their” child, there are hundreds of women, the majority of which are poor, used as living incubators, often forced to carry out pregnancies continuously, as they were animal for the industrial livestock production.

Between 2008 and 2014, more than 20 “Children’s Factories” were discovered by the Nigerian police [Ref. Mediterranean Journal of Social Sciences 6 (1): 75-81 • January 2015].
The majority of the women in these facilities were under coercion with the aim to feed the traffic of selling children for business.
The practice of surrogate motherhood appears nothing more than the evolution of a practice already tested since decades in Nigeria, where the trafficking of women (for reproduction and compelling prostitution) guaranteed the fortune of thousands of people.
Even before surrogacy became “trendy” and accepted as a legal practice, there are traces of horrific acts, with young raped women whose children were illegally sold to rich people, often Western couples, who couldn’t have children or weren’t able to adopt for many other reasons.

In the West, the situation doesn’t look very different.
Often the surrogate mothers, those who materially host the embryo, are poor families or non-European.
Is it possible that the human beings could become a mere good of a distribution chain to satisfy the desires of some?

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