FINE VITA, DI LEO (STEADFAST): LA REGIONE TOSCANA APRE LE PORTA ALLA DISUMANIZZAZIONE

La proposta di legge sul suicidio assistito, all’esame del consiglio regionale della Toscana proprio oggi, 11 febbraio, Giornata Mondiale del Malato, si prefigge di dare seguito alle sentenze della Corte Costituzionale (2019 e 2024) riguardanti l’aiuto al suicidio, regolamentandone le “modalità organizzative”, ma fingendo di dimenticare che, proprio la Consulta, esclude che ci possa essere un obbligo del servizio sanitario pubblico nel dare la morte.

La legge è stata proposta dall’Associazione Luca Coscioni e ricalca quella bocciata un anno fa, per un solo voto, dal Consiglio regionale del Veneto. Altre Regioni hanno interrotto l’iter prima della discussione in aula per la evidente incompetenza regionale su questa materia.

I vescovi della Regione hanno invitato i Consiglieri a non trasformare la questione in un tema di schieramento politico incoraggiando i cattolici dei vari partiti, piuttosto, a profondere gli sforzi per un maggiore impegno nelle cure palliative e nell’accompagnamento, nonché nel sostegno alla fragilità dei malati cronici e terminali. Gli stessi hanno anche ricordato che: «La vita umana è un valore assoluto, tutelato anche dalla Costituzione: non c’è un “diritto di morire” ma il diritto di essere curati, e il Sistema sanitario esiste per migliorare le condizioni della vita, non per dare la morte».

La maggioranza conta su 25 consiglieri, di cui 23 del PD, la minoranza 16. Purtroppo non pare ci siano i numeri per respingere il testo che si avvia, così, ad essere il primo approvato da una Regione, rompendo un argine che, come è del tutto evidente, non è di competenza regionale.

“Con oggi si apre ad una deriva disumanizzante, che rende la vita una merce a disposizione del legislatore. Innanzitutto, la Regione Toscana compie un atto gravissimo, legiferando senza averne competenza. Quello che noi di Steadfast auspichiamo è che il buon senso fermi i consiglieri titubanti, che esistono, affinché nessuno li influenzi con logiche di partito che, su temi come questo, devono essere ignorate per dare piena libertà di coscienza. Inoltre, siamo fermamente convinti che spetti al Parlamento semmai legiferare in tal senso, rendendo giustizia a coloro che soffrono attraverso un vero sostegno che passi per assistenza garantita, domiciliare e non, e attraverso cure palliative di facile accesso come più volte ribadito dal Comitato Nazionale di Bioetica. Ci stiamo impegnando per questo, nessuno deve sentirsi “obbligato” dalla malattia o dalle circostanze a scegliere la morte come soluzione. L’unico diritto che si deve preservare è quello di vivere, fino all’ultimo respiro, con la giusta dignità.” sono le dichiarazioni di Emmanuele Di Leo, Presidente di Steadfast, Organizzazione Umanitaria in difesa dei diritti umani.