E’ arrivata il 4 maggio la decisione della Congregazione della Dottrina della Fede con una lettera del prefetto, il Cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, secondo la quale i dodici istituti psichiatrici dei Fratelli della Carità in Belgio non possono più considerarsi cattolici.
La maggior parte delle strutture psichiatriche belga è sotto la gestione della Chiesa Cattolica, in particolare dei Fratelli della Carità, una congregazione religiosa nata in Belgio alla fine del XIX secolo, con una vocazione alla cura professionale, soprattutto dei malati psichiatrici.
In Belgio le loro strutture psichiatriche sono gestite da una società denominata Provincialat des Frères de la Charitè asbl, il cui direttivo è composto principalmente da laici.
La questione nasce ben tre anni fa quando il direttivo della società ha incluso la possibilità di praticare l’eutanasia nelle linee guida delle suddette strutture.
Il superiore generale della Congregazione, Fratel René Stockman, aveva subito condannato la decisione come “inaccettabile”, chiedendo l’intervento immediato della Santa Sede la quale, dopo un iter di quattro mesi, aveva dichiarato che gli ospedali dei Fratelli della Carità dovevano fermare la possibilità di accedere all’eutanasia negli ospedali psichiatrici gestiti dalla Congregazione.
La decisione della CDF arriva a conclusione di tre anni di disputa tra i Fratelli della Carità e la società che ne gestisce gli ospedali, che, invece, ha continuato a ribadire la propria volontà di permettere l’eutanasia.
Come Steadfast Onlus ci uniamo al dolore della congregazione, che è costretta, ma decisa, a lasciare andare i suoi centri psichiatrici in Belgio, pur di rimanere fedele ai dettami della dottrina cattolica.
Il valore sacro della vita umana che richiama alla carità, alla cura e all’accompagnamento del sofferente porta all’inaccettabilità morale dell’eutanasia.
La scelta è doverosa ma oltremodo preoccupante per i pazienti psichiatrici di queste strutture che rischiano di non trovare più un ambiente sicuro che abbia a cuore la loro cura e non anteponga un falso rispetto di una chissà quale volontà, manifestata sicuramente in momenti particolare di fragilità o senza la dovuta lucidità mentale.
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