Giovanni Sartori, Steadfast e i bambini africani
di: Francesco Agnoli, Il Foglio, 02-01-2014
Nel 64 d. C. Roma viene in parte distrutta da uno spaventoso incendio. L’imperatore Nerone, narra lo storico Tacito negli Annales, per contrastare le varie voci secondo cui lui stesso sarebbe stato il promotore dell’incendio, accusa i cristiani e li fa perseguitare: “si facevano dilaniare dai cani, dopo averli vestiti di pelli ferine, o si inchiodavano su croci, o si dava loro fuoco, perché ardessero a guisa di fiaccole notturne dopo il tramonto del sole”. Tanti secoli dopo, purtroppo, i cristiani rimangono bersaglio di calunnie che li conducono alla prigione o alla morte in varie parti del mondo, islamico e comunista (dall’Indonesia alla Corea del nord).
Qui, a casa nostra, non si è ancora giunti a tanto, ma le invettive e le accuse infamanti vengono fatte nella più completa impunità e nel silenzio generale. Circa un mese fa, per esempio, sul Corriere della Sera è apparso un articolo di Giovanni Sartori, in cui per la millesima volta si è ripetuto un vecchio, infondato ritornello: siamo a due passi dall’ “impazzimento del clima”, dalla “crescita del livello dei mari”, dall’erosione dei ghiacciai”…, insomma dall’Apocalisse (che è qualcosa in più dell’incendio di Roma del 64 d.C.).
La causa di tutto? Sartori non ha dubbi: la sovrappopolazione. Meglio: la Chiesa cattolica, causa di tale sovrappopolazione. Scrive infatti Sartori, dopo aver tracciato, con poche pennellate, i disastri prossimi venturi: “Il rimedio vero sarebbe una drastica riduzione delle nascite (specialmente in Africa) che ci restituirebbe un pianeta vivibile. A questo effetto le maggiori responsabilità sono della Chiesa cattolica. Per ora papa Francesco si è limitato a carezzare molti bambini, stringere molte mani e a distribuire in piazza San Pietro la «Misericordina»…E la nostra televisione è inondata da appelli di soldi per salvare i bambini africani. A che pro? Le prospettive, restando le cose come sono, sono cicloni in autunno, piogge torrenziali in inverno, afa insopportabile d’estate. E d’estate non nevicherà più sui ghiacciai, il che implica che andranno a sparire. Di conseguenza i fiumi si prosciugheranno…”.
Insomma, Chiesa cattolica a parte (la sua colpevolezza è scontata), il fatto è che i negri sono troppi, persino a casa loro. A che pro-chiede Sartori- “salvare i bambini africani?”
Come rispondere a simili follie, quantomeno per rasserenare un povero anziano assalito da cattolici che distribuiscono rosari e da bambini chiassosi, sporchi ed inquinanti dell’Africa? Si potrebbe dirgli, anzitutto, che è difficile immaginare l’Africa come responsabile dell’inquinamento globale e dello scioglimento dei ghiacciai; si potrebbe aggiungere che quel continente non è in maggioranza cattolico, ma in buona parte animista e musulmano, e che non è affatto sovrappopolato, semmai, al contrario, sottopopolato (basta un atalante geografico per sapere che molti paesi africani hanno un densità demografica enormemente inferiore a quella dei paesi più ricchi); poi si potrebbero ricordare tutte le funeste previsioni di pochi decenni orsono, quando i profeti di sventura alla Sartori profetizzavano la bomba demografica che avrebbe distrutto l’Europa, oggi ridotta, invece, ad un continente di anziani…
Ma Sartori non capirebbe, e non ci sembra neppure giusto togliergli argomento per altri cento articoli similari sul Corriere della sera o altrove.
Allora mi limiterò a raccontargli una storia natalizia, edificante per me, orrifica, credo, per lui. Una storia che ha a che fare proprio con i suoi incubi peggiori: i bambini africani della Nigeria e la Chiesa cattolica.
La Nigeria è un paese dilaniato dagli attentati islamici contro le comunità cristiane; un paese sotto l’attacco, come è ben documentato su “Radici Cristiane” di novembre, delle ideologie antinataliste di provenienza occidentale. Conta 143 abitanti per km/q, contro i 16.689 del Principato di Monaco, i 6.356 di Hong Kong, i 478 di san Marino, i 337 del Giappone, i 248 del Regno Unito, i 231 della Germania…
Ebbene un amico, Emanuele Di Leo, presidente della Steadfast Foundation (nella foto con la moglie Venere e suor Enza), che si occupa di aiuto allo sviluppo, nel suo recente viaggio in Nigeria, insieme alla moglie, si imbatte, tramite facebook, in una religiosa italiana, suor Enza, che vive, da sola, sull’isola di Igbedor, vicino al delta del Niger. Qui si adopera come può per assistere una popolazione di circa 8000 persone senza corrente, nella miseria e nell’ignoranza, che bevono l’acqua sporca del Niger, da cui è più facile contrarre malattie che vita…
Su 8000 abitanti, circa 5000 sono bambini! Perché così tanti bambini, non in assoluto, ma rispetto al numero degli adulti? Perché la poligamia, l’assenza di rispetto versa la figura femminile, porta alla nascita di tante creature di cui nessuno può prendersi cura. Suor Enza vive qui, per portare Cristo, e, con Lui, un altro modo di vedere la relazione tra uomo e donna e il dono della vita. E gli amici della Steadfast, dopo averla incontrata, hanno deciso di non abbandonarla: cercheranno di portare depuratori per l’acqua (sotto Emmanuele sul Niger), generatori di corrente, scuola, sanità…
A Sartori darà fastidio, ma a chi adora il Dio fattosi bambino e nato in una stalla, si allarga il cuore.