di: Emmanuele Di Leo, Presidente Steadfast
Dopo i terribili fatti Kabul e considerando l’attuale situazione drammatica Afghana, oggi finalmente arriva la risposta all’interrogazione fatta da alcuni eurodeputati del Gruppo ID, che ad agosto scorso, hanno accolto il nostro appello in favore della popolazione afghana. Le domande poste alla Commissione UE sono state molto dirette ed esplicite, non possiamo affermare che le risposte siano state ugualmente precise e chiare.
Domande:
1. “Come intende cooperare con il nuovo regime di Kabul, soprattutto per quanto riguarda i progetti di cooperazione in corso? O questi verranno interrotti?”
2. “Come intende coordinare una gestione selettiva ed efficace dell’accoglienza dei profughi, visto che diversi Stati membri hanno già negato la disponibilità ad accoglierli? Sono ipotizzabili specifici corridoi umanitari per donne e bambini, le categorie più vulnerabili?”
3. “Come valuta la vittoria talebana per la sicurezza dell’Unione Europea, considerato il rischio del terrorismo e soprattutto il possibile aumento dei flussi migratori verso l’UE?”
Oltre al confermare – cosa forse non scontata – che “l’impegno operativo dell’UE con i talebani sarà attentamente calibrato e non conferirà loro alcuna legittimità”; l’Alto Rappresentante della Comissione Europea, Josep Borrell, ribadisce che “la partecipazione al governo provvisorio di persone soggette a sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite desta serie preoccupazioni”, cosa ormai risaputa da mesi. Proseguendo nelle risposte dichiara che c’è un serio impegno nel “potenziare l’assistenza umanitaria, anche con l’introduzione di un approccio umanitario rafforzato”, ma naturalmente i dettagli rimangono concetti effimeri e cosa intenda per “approccio rafforzato” viene lasciato alla fantasia dei cittadini europei. Interessante invece è sapere che “l’UE ha congelato gli aiuti allo sviluppo dell’Afghanistan”, ribadendo che “qualsiasi cooperazione futura avrà luogo sulla base di condizioni rigorose”, quali, non è dato saperlo.
Affrontando invece la questione protezione e reinsediamento dei cittadini afghani, Borrell, dopo un brevissimo cenno al forum svoltosi il 7 ottobre scorso – con l’intento di esaminare soluzioni durature – che ha visto la partecipazione degli Stati membri dell’UE, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni; afferma che “vi sarà una mobilitazione delle risorse e del sostegno necessari, oltre a una gestione rafforzata delle frontiere, affinché i paesi limitrofi dell’Afghanistan possano mitigare l’eventuale pressione data dall’aumento dei flussi migratori”. Quindi nello specifico sulla gestione selettiva ed efficace dell’accoglienza dei profughi e sui corridoi umanitari, nessuna proposta concreta, ma sempre il ridondante “rafforzato” nulla cosmico…
Invece, sull’annosa questione terrorismo, rassicura: “l’UE e i suoi Stati membri stanno attivando gli strumenti esistenti, come il Gruppo di azione finanziaria internazionale, nel quadro del nuovo piano d’azione per la lotta al terrorismo in Afghanistan”, qui mi rimetto al commento degli esperti di settore. Arrivando a conclusione, il Vicepresidente, fa sapere che l’Agenzia Europol “ha già fornito un’analisi dei rischi in materia di criminalità connessi alla situazione in Afghanistan e continuerà a sostenere gli Stati membri e i partner nelle loro indagini.”
Oltre che alla prima domanda specifica la cui risposta è stata a mezza bocca, ma si sono capite le intenzioni; con dispiacere notiamo che le altre domande hanno avuto risposte, degne di un noto film di Mario Monicelli.
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