Non c’è pace in Libia, Paese che mostra ormai chiaramente l’altra faccia della medaglia di quella primavera Araba che in occidente è stata presentata solo come un fattore positivo.
Mente il Paese, dal quale l’Italia è separata da una sottile striscia di mare, continua ad essere porto di partenza di migliaia di disperati vittime della tratta di essere umani, una nuova macabra scoperta è stata fatta nella città di Tarhuna, situata a circa 95 km a sud di Tripoli.
Il governo di accordo nazionale ha reso noto di aver trovato circa 100 corpi di civili gettati in pozzi, fosse comuni o mal sotterrati nei pressi dell’ospedale cittadino. Secondo alcune fonti, i corpi sarebbero di semplici civili, che si sarebbero opposti alla presenza (nello scorso 2019) degli uomini del generale Khalifa Hafta (a capo dell’esercito nazionale libico) in quel periodo impegnati nella conquista di Tripoli.
Ora ad intervenire, in maniera molto soft e forse inefficace, è il portavoce per la politica estera dell’Unione europea Peter Stano, che ha chiesto l’avvio di un’indagine indipendente per individuare eventuali responsabili di crimini contro l’umanità.
In aggiunta, l’Unione Europea ha richiesto alle parti coinvolte nel conflitto libico di interrompere i combattimenti e di trovare, nel framework del Comitato militare congiunto, un accordo volto a istituire un cessate il fuoco permanente e omnicomprensivo, al fine di riavviare il dialogo politico sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Le istituzioni occidentali provano quindi la via del dialogo con un territorio che appare tuttavia lacerato, militarizzato e sull’orlo di una nuova e preoccupante guerra civile.
There is no peace in Libya, a country that now clearly shows the other side of the coin of that Arab spring which in the West was presented only as a positive factor.
While the country, from which Italy is separated by a thin strip of sea, continues to be the port of departure for thousands of desperate victims of human trafficking, a new macabre discovery has been made in the city of Tarhuna, located about 95 km south of Tripoli.
The national agreement government has announced that it has found about 100 bodies of civilians thrown into wells, mass graves or poorly buried near the city hospital. According to some sources, the bodies were of simple civilians, who have probably opposed the presence (last 2019) of the men of General Khalifa Hafta (head of the Libyan national army) at that time engaged in the conquest of Tripoli.
Now to intervene, in a very soft and perhaps ineffective way, is the spokesman for foreign policy of the European Union Peter Stano, who has asked for the launch of an independent investigation to identify any perpetrators of crimes against humanity.
In addition, the European Union has requested the parties involved in the Libyan conflict to stop the fighting and find, within the framework of the Joint Military Committee, an agreement aimed at establishing a permanent and all-encompassing ceasefire, in order to restart the political dialogue under the protection of the United Nations.
Western institutions therefore try the path of dialogue with a territory that nevertheless appears torn, militarised and on the verge of a new and worrying civil war.
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