Come Charlie Gard in Inghilterra, come Ines in Francia, anche Isaiah Haastrup è da ieri condannato a morte. Il giudice Mr Justice MacDonald ha infatti stabilito che l’ospedale King’s Cross College può staccare i supporti vitali al piccolo di 11 mesi.
Emmanuele Di Leo, Presidente di Steadfast Onlus afferma: «In nome del suo massimo interesse si sta imponendo anche ad Isaiah la morte, come a Charlie Gard. Questa azione attuata dal tribunale, contrapponendosi al volere dei genitori è l’evidente risultato della rottura del rapporto medico-paziente. Con questa sentenza del tribunale si ha una vera e propria invasione dello Stato nella vita familiare di queste persone. Lo stato ha deciso che il massimo interesse per Isaiah è la morte. Questo mi sembra un atto di violenza nei confronti di due genitori che vogliono salvare il loro piccolo. Secondo il tribunale si parla di un bambino senza qualità di vita, si parla di un bambino che vive in condizioni sanitarie per cui non vale la pena offrire sostegni vitali. Applicare violenza nei confronti di una famiglia e di un bambino in nome della qualità della vita lo trovo profondamente ingiusto. Secondo i suoi ultimi statment si apprende che Isaiah sarà sottoposto a “cure palliative”, o meglio alla sedazione profonda per poi distaccare la respirazione. Infatti in Inghilterra il concetto di cure palliative è differente da quello italiano. Nuovamente la giurisprudenza sanitaria inglese in spregio al “Favor Vitae” mette un bambino alla gogna confermando che la società odierna è ritornata ai tempi dell’antica Sparta con uno Stato che ha il potere di senteziare su chi è degno di vivere e chi deve essere gettato dalla rupe.»
I genitori, Lanre Haastrup e Takesha Thomas non erano in aula alla lettura della sentenza.
Il procedimento legale verteva su due punti di vista totalmente contrapposti.
L’ospedale, attraverso l’avvocato Fiona Paterson, chiedeva alla corte di poter staccare il respiratore e mettere il bimbo in regime di cure palliative affinché in realtà morisse togliendogli il respiratore.
Uno specialista che sta trattando Isaiah ha detto che non ci sono stati cambi nella sua situazione dalla nascita e che non ci sono possibilità che la sua situazione migliori.
Per questo motivo è stato dichiarato che qualsiasi trattamento intensivo per Isaiah sarebbe stato “futile” e non è nel suo migliore interesse in quanto sarebbe stato un bambino disabile che “avrebbe potuto” provare dolore.
“Isaiah è ricoverato in quanto, dopo una rara e pericolosa emergenza ostetrica durante il travaglio di sua madre, ha subito un danno cerebrale irreversibile e profondo. Purtroppo, nonostante il trattamento intensivo continuo e i più alti standard di cura, rimane gravemente disabile e completamente dipendente dal sostegno alla vita. Sin dalla sua nascita, non ci sono state indicazioni che la sua condizione sia migliorata. La nostra priorità è la cura, il comfort e la qualità della vita. Sulla base della sua prognosi, crediamo che la cura palliativa sarebbe nel migliore interesse di Isaiah. Abbiamo cercato un certo numero di pareri di esperti esterni che sono d’accordo con i nostri risultati clinici.” dichiarava all’avvio del procedimento un portavoce del King’s College Hospital.
Ora nel suo statement si legge “Questo è un momento estremamente difficile per i genitori di Isaiah e per tutti colori che sono stati coinvolti nel caso. La decisione della corte id trasferire Isaiah a cure palliative è nel suo migliore interesse e basata su prove schiaccianti fornite da esperti. La nostra priorità è ora fornire a Isaiah le cure mediche di cui necessita, lavorando in stretto contatto e supportando i genitori.”
I parenti si sono battuti per la continuazione dei trattamenti nella speranza di poter portare Isaiah a casa. Ma è stato detto al giudice che avrebbe richiesto una assistenza 24 ore al giorno 7 giorni su 7 e comunque sempre con supporto vitale.
Il padre di Isaiah, Lanre, dopo la sentenza ha dichiarato che “Parlerà con i suoi avvocati per sentire cosa dicono. Certamente siamo dispiaciuti”
In accordo con il quotidiano The Guardian, nella sua sentenza il giudice dice:
“E’ stato un caso grave e difficile e che l’interruzione dei trattamenti porterà, secondo le prove fornite alla morte di Isaiah. C’è profonda differenza tra la visione dei medici e i genitori riguardo le condizioni mediche e la prognosi di Isaiah, continua. Le dichiarazioni dei genitori riguardo il livello di responsività di Isaiah sono capibili ma influenzate dalla speranza” e non erano supportate da prove reali. Sono stato soddisfatto delle prove fornite che dimostrano che Isaiah non ha prospettive di miglioramento a causa della grave atrofia cerebrale del suo cervello. Isaiah rimarrà dipendente dal ventilatore e senza significativa consapevolezza dei suoi dintorni. Sapendo questo e avendo come fine il migliore interesse di isaiah sono completamente sicuro che non è più nel migliore interesse di Isaiah ricevere trattamenti a sostegno della vita.”
Il giudice ha riconosciuto un tributo alla devozione dei genitori di Isaiah.
“È banale ma vero osservare che la corte non può immaginare il dolore emotivo che la conclusione della corte causerà ai genitori. È mia speranza che, a tempo debito, i genitori saranno capaci di provare un po’ di conforto dalla conoscenza che loro hanno fatto tutto che potevano per il loro amatissimo figlio, che hanno curato teneramente, per cercare una soluzione alternativa per Isaiah.”
Steadfast Onlus, attraverso il suo progetto LifeAID, sta aiutando Isaiah e la sua famiglia ofrrendo supporto.
Gli strumenti social per seguire la storia di Isaiah sono:
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di: Francesca Frigerio
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