C’è una parola che tutti sentiamo spesso, a volte usata impropriamente altre volte abusata: omofobia. Ma cosa vuol dire? Letteralmente significa “paura [fobia] dello stesso, medesimo [homos]”. Comunemente invece si associa alla paura o all’odio verso gli omosessuali. E’ evidente la non corrispondenza tra l’etimologia e il presunto significato della parola. Questo palesa la natura ideologica della definizione utilizzata con l’intento di far percepire questo concetto come un’esigenza reale da contrastare.
Su questa spinta emotiva, nell’arco di alcuni anni, sono stati presentati 5 disegni di legge i cui firmatari sono i Deputati Boldrini, Zan, Scalfarotto, Perantoni e Bartolozzi con lo scopo di legittimare il reato di omofobia reclamando un vuoto normativo per la verità inesistente. I comportamenti violenti, la diffamazione e la denigrazione ai danni di ogni persona senza distinzione di razza, etnica, religione sono già ampliamente sanzionati dal nostro ordinamento giuridico. Per il reato di omofobia non è, invece, possibile definirne i limiti legislativi.
La stessa Commissione Giustizia della Camera che, dopo diverse audizioni ha approvato un testo unico di legge (che andrà in discussione alla Camera dei Deputati il 27 luglio) che raccoglie i 5 disegni di legge sopra citati, non è stata in grado di dare una definizione univoca del presunto reato lasciando irrisolta la questione della determinazione della fattispecie del reato. Ciò è assolutamente inaccettabile per l’ordinamento giuridico italiano in quanto non vi è una base empirica su cui poter definire quali siano i reati omofobici. Il reato non sarà, quindi, ancorato ad un fatto ma bensì determinato da una interpretazione risultando ampliamente discrezionale e non oggettivabile in modo chiaro e rigoroso.
Così facendo viene stravolto il principio dell’ordinamento democratico fondato sullo stato di diritto dove è compito tassativo del legislatore stabilire ciò che è reato e ciò che non lo è, mentre all’interprete (ad es. giudice, magistrato, amministratore) spetta il compito di far applicare la norma solo nei casi in cui essa è prevista.
Appare chiaro quindi che questa legge punirà una manifestazione di pensiero. Verrà introdotto il #reatodiopinione che viola il diritto di libertà di parola e di espressione. Al contempo si vedrà violato anche il principio di uguaglianza di tutti i cittadini: non si capisce perché, secondo la logica che dovrebbe giustificare il reato di omofobia, non si debbano sanzionare anche atti di discriminazione verso, ad esempio, i disabili, gli anziani, gli ammalati, le vere fasce deboli della società.
In gioco ci sono i diritti fondamentali dell’uomo e #SteadfastOnlus non può rimanere a guardare mentre vengono calpestati. Anche noi potremmo venire silenziati e puniti perché lavoriamo a servizio della verità e del bene oggettivo delle persone fragili.
E’ in pericolo la libertà di poter dire che un bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà, che l’utero in affitto è un reato contro l’umanità, che la vita è degna di essere vissuta sempre.
Steadfast sta facendo il possibile perché questo non accada, ma abbiamo bisogno anche del vostro aiuto. Abbiamo bisogno che il maggior numero di persone venga a conoscenza dell’esistenza di questa proposta di legge liberticida e assolutamente inutile volutamente portata in discussione in questo momento di difficoltà nazionale dove l’attenzione popolare è rivolta ad argomenti ben più urgenti.
Se tutti insieme alziamo la voce non riusciranno a metterci a tacere!
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