4 ANNI FA VENIVA TOLTA LA RESPIRAZIONE AD UN BAMBINO DI DUE ANNI. ALFIE VIVE.
Oggi, 4 anni fa, ad Alfie venne staccato il respiratore. Doveva sopravvivere un massimo di 5 minuti, secondo le dichiarazioni dei medici che testimoniarono in tribunale, invece non solo respirava da solo ma dimostrò a tutti che sbagliavano. Alfie respirò da solo 5 giorni e morì non per colpa della sua malattia ma a causa delle conseguenze del protocollo eutanasico che venne applicato.
Medici e giudice dissero ai genitori che avrebbero potuto crearsi dei ricordi bellissimi (!) con Alfie in braccio libero dai tubi.Già così questa frase fa venire i brividi, ma quello che vissero Tom e Kate fu il peggior incubo che un genitore possa affrontare.Credo onestamente che fino ad allora nessuno al mondo potesse nemmeno lontanamente immaginare che una realtà tale potesse trovare spazio in una civiltà evoluta come quella in cui ci illudiamo di vivere.La polizia piantonava da giorni l’ospedale perché temevano che i genitori tentassero di rapire il bimbo dopo l’episodio di pochi giorni prima. Il 23 Mattina arrivò Mariella Enoc dall’Italia. Il Papa le diede questi mandato “fai il possibile e l’impossibile, porta Alfie in Italia”. Purtroppo la direzione dell’Alder Hey si rifiutò di riceverla, ormai il distacco era imminente. Tom la accompagno’ da Alfie, filmando, e successe l’imprevisto! Accadde quello che ancora oggi mi strazia il cuore solo a pensarci: Alfie apri’ gli occhi. Uno sguardo che non potrò mai dimenticare… ci diceva che lui era vivo, che non era pronto a morire, ci implorava di fare di tutto per salvarlo.Ma l’ospedale voleva essere sicuro che non accadesse. Si doveva procedere sedando Alfie con il cocktail di medicinali autorizzato dal giudice. Dicemmo a Tom di fare di tutto affinché non glielo dessero. Se Alfie aveva una possibilità di respirare sarebbe stata stroncata sul nascere. E infatti Alfie respirò… e respirò… e respirò… un miracolo!Il distacco era avvenuto ma lui non mollava.In quei momenti di caos Tom si appello’ di nuovo all’Italia e agli italiani: salvatelo, fatelo diventare uno di voi! Giorgia Meloni, che da tempo seguiva questa triste storia, venne contattata per l’ennesima volta da noi di Steadfast per chiederle di agire per creare le condizioni affinché il governo potesse valutare la cittadinanza. Ora o mai più. Il tempo passava e non sapevamo quanto Alfie potesse resistere.Alfie si dimostrò un guerriero. Nonostante respirasse il protocollo non si poteva più fermare, non si voleva fermare.I genitori venivano perquisiti ogni volta che entravano in camera dal bambino per evitare che gli portassero acqua e cibo. Eh si Alfie doveva morire: niente nutrimento e acqua , qualche goccia solo quando i genitori gli appoggiavano sulle labbra un fazzoletto umido, di nascosto.Se Alfie faceva fatica a respirare il team medico addetto al comfort del bimbo non faceva nulla.Tom era stato istruito e aiutava il bimbo con un po’ di respirazione bocca a bocca. Ma era evidente che Alfie avrebbe avuto bisogno di un supporto da alternare a momenti in cui respirare da solo. Andava “svezzato”. Ma non si poteva: doveva morire!In italia si muovevano i politici. Si tentava di portare Alfie da noi per garantirgli le cure di cui necessitava. Principalmente si voleva fornirgli il rispetto che meritava: una morte dignitosa se e quando fosse giunta la sua ora. I ministri Alfano e Minniti, con il capo del governo Gentiloni, firmarono la cittadinanza. Il pressing aveva dato i risultati sperati.Quando ci chiamarono per confermarci che tutto era andato come doveva io e Emmanuele Di Leo, al telefono, lui a Roma io qui a Tremosine, piangevamo di gioia. Tanta fatica, tante notti insonni, un lavoro di squadra incredibile con tutta Steadfast, dava un frutto che poteva essere risolutivo.Il pomeriggio e la notte passarono e Alfie respirava ancora, era una roccia.Come vi ho detto Alfie era italiano, era stato deciso.Mancavano le formalità e il nostro governo di allora, opposizione e maggioranza unite, non si tirò indietro. Il giorno seguente, il 24, Giorgia Meloni, colei che più di tutti si spese, confermo’ che si lavorava ancora. La ministra Pinotti fece preparare un aereo militare a Pratica di Mare per andare a prenderlo. Il Cdm si riunì e in 4 minuti concluse le procedure formali per la cittadinanza. Minniti deliberò il conferimento della cittadinanza con queste parole: “in considerazione dell’eccezionale interesse per la comunità nazionale ad assicurare al minore ulteriori sviluppi terapeutici, nella tutela di preminenti valori umanitari che, nel caso di specie, attengono alla salvaguardia della salute.”Alfie aveva compiuto un altro piccolo miracolo.Mai prima d’ora (e nemmeno dopo) l’Italia aveva concesso una cittadinanza per motivi umanitari.La cittadinanza permise di riaprire il processo e far riavere nutrizione e idratazione al bambino.L’ambulanza aspettava fuori dall’ospedale per portare Alfie in aeroporto dove sarebbe arrivato il nostro aereo militare.I medici dissero che Alfie poteva continuare a respirare così, in un crescendo di agonia, ancora per 10 giorni. Il giudice nego’ il trasferimento aereo in Italia ma disse all’ospedale di mandarlo a casa e di riprendere a nutrirlo.Il sindaco di Liverpool offri un alloggio alla famiglia che inizio’ a trattare il “rilascio” con la direzione dell’ospedale.Alfie però iniziava a peggiorare… troppe ore senza aiuto di alcun tipo, in un fisico comunque malato, provocarono un’infezione seria al bambino.In Italia eravamo tutti indignati. La cittadinanza non era un gesto simbolico e lo avremmo dimostrato.Purtroppo non riuscimmo a completare il progetto concordato con Tom. Alfie avrebbe dovuto andare a casa il 30 aprile e nel frattempo la diplomazia avrebbe compiuto il suo corso. Invece…Il 28 Aprile Alfie spiego’ le sue ali e volo’ in Paradiso, la’ dove ancora oggi veglia su noi tutti.
La vita che un giudice poco illuminato e medici indegni hanno definito “futile” non lo è mai stata.Alfie nella sua breve esistenza ha irradiato il mondo di amore, continua a farlo anche ora.Alfie vive!
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